Dino Bertoli

Qui, dedico l’articolo a Dino Bertoli, un amico e compagno di avventure, che ho avuto l’onore di conoscere, nel lontano 2014 a Milano. La storia di Dino è simile alla mia e allo stesso tempo diversa. Due fenici risorte dalle proprie ceneri anzi, lui è più che rinato, in quanto ha un vero lavoro a differenza mia. Di cosa si occupa lo scoprirete dopo, leggendo l’articolo, niente spoiler per il momento!

Prima di iniziare non posso esimermi di ringraziare la sua persona, perché è stato lui ha farmi evolvere definitivamente in un ( mezzo) nerd. Nel 2015 mi ha portato in una vera e propria dimensione parallela, di cui avevo solo percepito l’eco, il Cartoomix di Milano. Da quell’esperienza ne sono uscito trasformato e rinnovato, iniziando a pensare che forse potevo dedicare un po’ più di tempo alle mie passioni, cercando di trasformarle anche in qualcosa di redditizio. Sono seguite altre fiere con avventure rocambolesche, solo per arrivarci, ad esempio,  quella di Soncino oppure la mostra/museo (sempre nel 2015) di Ritorno al futuro. Insomma ci siamo divertiti e supportati in tutti questi anni e siamo diventati più che amici. Dedicherò un articolo esclusivamente su questo epico racconto su Dimensione Parallela.

Dino tu sei nato in Argentina ma nelle vene ti scorre sangue italiano, vero?

Sì, sono di origini italiane, nato in Argentina, i mie genitori da piccoli, con la loro famiglia, sono partiti per il nuovo mondo, pieni disperanza. Come tanti europei, dopo la guerra mondiale, sono emigrati in America Latina, hanno scelto l’Argentina, perché dei loro amici partiti anni prima, abitavano li.

Da quanto sei andato via dalla tua terra natia?

Era da anni che pensavo di tornare in Europa, perché sentivo la necessità di viaggiare e quindi di avere la possibilità di ritrovare la mia storia e la mia famiglia, rimasta qui. Cosi nel 2001, sono partito, anch’io pieno di speranze.

In Argentina di cosa ti occupavi e che studi hai fatto?

Gestivo, con mio padre un’officina metalmeccanica, dove facevamo diversi lavori, ad esempio progettazione e montaggio di strutture in metallo e in legno (che io preferivo di gran lunga), quindi grazie ad un mastro falegname che si presta, imparo tutte le tecniche.

Segui studi regolari fino alla terza media, perché all’età di tredici anni, dopo aver visto, al cinema GUERRE STELLARI, esplode la mia passione per il modellismo e la fantascienza, quindi voglio imparare tutto sugli effetti speciali. Purtroppo erano gli anni ottanta e non esisteva praticamente nessuna accademia o officina di modellismo, solo tramite i libri o riviste specializzate si poteva studiare e sperimentare, oppure mettendo le mani su qualche fotocopia di materiale grafico. Altra difficoltà, era reperire il materiale da utilizzare come le plastiche, il metallo, la vernice, però senza saperlo a forza di sperimentare e buttare praticamente via il poco materiale recuperato, stavo imparando la base di come usare la tecnica più adatta per arrivare all’obiettivo, ovvero creare l’illusione che rende, qualcosa che non lo è.

Grazie a questi studi sono riuscito a imparare e formarmi nel campo creativo del modellismo, in diverse scale e formati come quello navale, ferro.modellismo, aeromodellismo, action figures, ecc.

Cosi finalmente sono riuscito a lavorare collaborando nell’ambito della pubblicità e del cinema.

Prima di venire in Italia dove sei stato e per quanto?

Ho vissuto in Catalogna, tra il 2001 e il 2012, volevo andare in Italia ma mia cugina si era trasferita in Spagna da sei mesi e mi ha convinto a raggiungerla adducendo che il clima era migliore e più caldo rispetto a quello italiano e io ho ceduto, però è andata bene perché mi sono innamorato di quella cittadina, Tarragona, citta di mare, con sabbia meravigliosa e acqua caldissima, visto che ne venivo da Rosario, cittadina umida e piovosa dell’entroterra dove ho vissuto per undici anni.

5) In spagna che obiettivi hai raggiunto?

Prima di parlare di obiettivi, bisogna riflettere un attimo sul fatto che prima di tutto dovevo guadagnarmi il pane, per tutte le spese ordinarie come luce e affitto, per cui ho ricercato inizialmente lavori semplici senza pretese.

Inoltre obiettivi veri, in realtà non c’erano, avevo voglia di viaggiare e conoscere il territorio, in tutta la spagna, dopo anni di difficoltà in argentina, avevo solo voglia di vivere. Però anche se bloccato tra il lavoro per sopravvivere e la voglia di viaggiare, non ho abbandonato la speranza e mi sono dedicato alla fotografia. Ho comprato una macchina digitale e mi sono messo a studiare Photoshop, nel contempo mi hanno assunto in un negozio di noleggio attrezzature implementando le mie conoscenze anche con le strumentazioni per il suono, le luci, ecc. Con dei collaboratori ci siamo dedicati all’organizzazione di eventi, soprattutto nel quartiere usando l’attrezzatura noleggiate e offrendo la possibilità di un servizio fotografico professionale e completo.

Intanto il governo inizia a prendere decisioni negative e l’economia crolla, riducendo drasticamente le possibilità di lavoro nel settore dello spettacolo e non riuscendo a sviluppare, qualcosa di costruttivo dopo quattro anni, decido finalmente di arrivare in Italia.

Cosi finalmente arrivi nel Bel paese, qui cosa hai fatto?

In Italia arrivo nel 2013, a Milano, dopo un mese circa, facendo fatica perché non conoscevo la città, conosco un siciliano che mi indica un posto dove forse mi possono dare una mano. Quindi il giorno dopo, pieno di speranza incontro la persona e mi aiuta a sistemare tutti i documenti, avendo doppio passaporto, per cui italiano le pratiche sono molto veloci. Mi aiuta anche a fare un piano, per organizzarmi al meglio e mi da un appuntamento alla Ronda della Carità, per parlare di un progetto. Avevo specificato che la fotografia era la mia passione e professione, mi hanno chiesto di partecipare ad un evento che racconta la vita di Milano, quella difficile, quella che dorme lungo i marciapiedi, che mangia nelle mense e sopravvive più che vivere. Accetto, subito.

Il progetto, in pratica consisteva in un corso di fotografia professionale, con la partecipazione aperta a italiani e stranieri, in totale erano state scelte quindici persone, sostenuta da organizzazioni Ong e ideata da un foto-giornalista della Rai. Ogni partecipante durante il corso doveva realizzare un centinaio di foto e impara le tecniche fondamentali e poi la migliore di quelle scattate, veniva proposta ad una giuria professionale. La scelta del vincitore richiedeva diversi parametri, oltre la tecnica, anche il significato. Il concorso era RI-SCATTI, è sono stato scelto io come vincitore, cosa che mi ha riempito di gioia e mi ha fatto riflettere. Forse potevo finalmente dedicarmi alle mie passioni, alla fine il concorso è diventato un evento, per mutare in una mostra a Roma e ….

La foto vincitrice del concorso!

Quali sono gli ultimi progetti realizzati e quali nel prossimo futuro?

Ci sono vari progetti in fase di svolgimento, dopo RI-SCATTI, si sono messi in moto altri progetti per le persone in difficoltà e la fondazione mi ha proposto, attraverso la presidente del concorso fotografico, assieme ad altri due ragazzi di unirsi a dei professionisti, con una sorta di borsa lavoro, realizzando lavori di alto livello e soprattutto usare, imparare e utilizzare le attrezzature, i software e la strumentazione presente in uno studio con tutti i crismi. Inoltre abbiamo accesso ad un piccolo fondo che ci permette di acquistare attrezzatura nostra.

Allo stesso tempo, ho continuato a seguire il mondo dello spettacolo e prendendo il contatto con un artigiano del settore (modellismo, cinema e effetti speciali) ho finalmente trovato un collegamento con la linfa vitale di questo mondo, che ha volti sempre piu giovani e con idee fresche, che stanno riuscendo a riportare in Italia, la voglia di investire nel fabbrica dei sogni.

Cosi mi unisco, all’ associazione culturale EFFECTUS dove tutti ,facciamo diverse attività per il cinema, tv, teatro per settore pubblico e privato, realizzando grandi cose a mio parere. Adesso ho un mio laboratorio di modellistica, dove condivido lo spazio con il mio amico i modellista navale RICCARDO MATTERA RICHARD DE ROBERSPIERRE .

Stiamo realizzando le riproduzioni di oggettistica del film Predator, come le armi, con un livello di finitura molta curata, alcune con luce e suoni. Alcune riproduzioni di xenomorfi di Alien e altri soggetti interessanti.

Un mio progetto personale è quello di realizzare l’attrezzatura che usa un artigiano del settore, molto difficile da trovare, se non spendendo energie nel autoprodurli o tanti soldi per comprarli.

Un consiglio da dare a chi sta leggendo?

L’unica cosa che mi sento di consigliare è provare, cercare la propria strada senza aver paura di fallire. In questi anni ho collaborato con la Ronda della carità, ho partecipato a concorsi e ho insegnato ad altri le mie capacità tecniche sia riguardanti la fotografia, sia le mie competenze di modellismo. Ho tratto vantaggio da tutto questo? Si, anche se ha volte, non ho guadagno materialmente del denaro, ho acquisito esperienze, ho conosciuto persone con cui ho collaborato successivamente. Insomma per chiudere il cerchio, bisogna essere preparati a tutto e affrontare qualsiasi situazione nella giusta prospettiva, facendo così si può realizzare qualcosa di grande.

Ringraziamo Dino del tempo che ci ha dedicato e speriamo di sentirlo presto con il racconto di un nuovo progetto. Nel frattempo esorto, come sempre, a prendere spunto dalla forza delle persone rappresentate in questo sito per riuscire finalmente a comprendere ciò che più conta per noi nella vita.

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